Buon anno a chi ha coraggio.

A tre giorni dalla fine del 2013, il mio pensiero è per i lavoratori. Per chi ha il lavoro e lo devo mantenere, per chi l'ha perso e per chi non riesce a trovarlo. Il pensiero è per loro, per i figli che hanno paura del futuro, che cercano di fare qualsiasi cosa, in nero, non pagato, sfruttato. Ma va solo per chi, davvero, non riesce a superare la terza o addirittura la seconda settimana del mese. Augurare la spensieratezza è scontata come azione perché, lo si vuole o no, per il bene dei propri figli lo si deve fare. Io auguro il coraggio, la forza seppur impossibile di cercare di lottare ed essere ottimisti. Ottimisti non per un futuro migliore ma dignitoso. Quell'ottimismo che, però, continua a resistere nelle case di chi, a San Silvestro, brinderà con champagne e menefreghismo.