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Ieri sera mi ha scritto F., una ragazza che, dall'età di 16 anni, soffre di un disturbo grave del comportamento alimentare: la BULIMIA.
Mi chiede di divulgare la sua storia e di trasmettere un messaggio ben preciso: "FATEVI AIUTARE!"
Ora F. sta in cura e sta lottando contro il mostro. VI PREGO di leggere con attenzione le sue parole, di leggere con sensibilità il suo spirito riflettendo senza giudicare.

"Ciao Carmelo,
Fin da piccola sono stata in sovrappeso, fin da piccola ho convissuto con la mia ciccia di troppo, fin da piccola il mio rapporto malato con il cibo, mi portava a mangiare di nascosto, ad avere una visione del mio corpo diversa da quella che era.
Non ho mai vomitato... E mai me lo sono procurata... Ma ho spesso mangiato in modo confusionario e senza consapevolezza... Quasi a dover riempire un vuoto che solo con il cibo sentivo apparentemente di colmare...
A 16 anni decido di dare un nome alla mia ciccia e di dargli i suoi giusti connotati, e con consapevolezza decido di mettermi in cura nelle mani di una equipe che si occupava di disturbi dell'alimentazione.
Finalmente potevo dare un nome a tutto il malessere che da anni vivevo, ero una ragazza obesa con una bulimia nervosa.
Iniziai il mio percorso supportata da psicologi e dietologi, inizia ad imparare a mangiare, ad avere la giusta educazione alimentare, a capire l'importanza dello sport, a concedermi senza sensi di colpa cibi non dietetici sapendo che con il giusto movimento tutto sarebbe andato a posto...
Finalmente mi scoprivo, conoscevo la mia vera identità, buttando via tutto il malessere e le mie insicurezze.
Finalmente mi apprezzavo, mi amavo, imparavo a leggere me stessa. Non ero magra di certo, però mi apprezzavo, mi curavo.
E poco dopo conobbi lui. Lui che mi piaceva molto, per i suoi modi gentili e le attenzioni che mi dava, così carismatico... Lui che non avrei mai immaginato si sarebbe innamorato di me, o almeno credevo.
All'inizio è tutto bello, tutto ha colori e profumi diversi... Ma poco a poco iniziarono i problemi e le sue vessazione.
Mi offendeva, sia fisicamente che caratterialmente, spesso mi teneva in un angolo senza considerarmi. Spesso mi lasciava a guardare come era gentile con le altre ragazze, facendo anche apprezzamenti su di loro. Mentre a me diceva che ero brutta e che nessuno mi avrebbe voluto.
Ormai era diventato un circolo vizioso, mi aveva reso di nuovo debole, insicura, le sue offese giornaliere erano per me routine, tanto che inizia a crederci, tanto che mi vedevo di buono brutta, grassa, e tornai in quel vortice, non mi amavo più, mangiavo, non mi curavo, tanto ero brutta, tanto tutte erano migliori di me, tanto io non contavo nulla, ero brutta e persino stupida.
Tutto ciò è durata per ben 3 anni, ormai non ci credevo più, ormai non pensavo di trovare la forza di liberami del mostro che giornalmente mi aveva reso un vegetale, incapace di pensare se non in base ai suoi stati d'umore, se si avvicinava io ero felice, se mi mortificava, diventato una persona che non credevo di essere, insicura, gelosa che non riusciva a vedere con lucidità le cose come stavano e che si dava persino delle colpe, perché lui riusciva a farmi sentire sbagliata. Pensavo di aver perso la ragione, pensavo di essere pazza. Che tutto quello che vedevo era frutto della mia immaginazione e che mi meritavo tutto quello.
Piano piano sono riuscita a rendermi conto di tutto quello che stavo vivendo, del rapporto malato che mi aveva portato di nuovo a non amarmi... Ero distrutta, non avevo più una identità e credetemi non c'è cosa più brutta nel non avere la lucidità per vedere le cose.
Con il tempo ho ripreso in mano me stessa e le mie forze. Prima da sola, poi aprendomi con le persone più vicine a me, sono tornata di nuovo a vivere, a sorridere, a riconoscere il bene e il male.
Ci ho messo tempo per ricostruire la mia identità, alcuni segni nell'anima sono rimasti non lo nego. Ma ora ho la consapevolezza che se una persona ti ama, ti sta accanto, ti supporta e non mortifica, non uccide la parte più sensibile della tua anima, non innesca Meccanismi malati e meschini. Non ti rende insicura, creando gelosie malate verso le altre.
Chi ti ama, ti ama. Come ognuno di noi amerebbe se stesso.
Amatevi, sempre, e circondatevi delle persone che rendano la parte più sensibile di voi, il punto di forza nelle difficoltà."

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